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Clima 2025: secondo anno più caldo di sempre, la soglia degli 1,5 gradi resta superata

Clima 2025: secondo anno più caldo di sempre, la soglia degli 1,5 gradi resta superata
Photo by Pexels – Pixabay
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Il nuovo rapporto Copernicus conferma l’accelerazione della crisi climatica. Oceani sempre più caldi, eventi estremi devastano Asia e Oceania, mentre le emissioni globali continuano a salire.

Clima 2025: secondo anno più caldo di sempre, la soglia degli 1,5 gradi resta superata
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Il 2025 si chiude come il secondo anno più caldo mai registrato, alla pari con il 2023 e subito dietro al 2024. Una classifica che racconta l’urgenza del momento, come ribadito dai dati del programma europeo Copernicus. “Negli ultimi tre anni la temperatura media globale ha superato stabilmente il grado e mezzo rispetto all’era preindustriale”, ha dichiarato Samantha Burgess, responsabile della sezione clima di Copernicus. Un’anomalia che non è più episodica, ma sistemica. “Questi numeri non sono teorie astratte, sono la dimostrazione concreta dell’accelerazione del cambiamento climatico. Ridurre le emissioni è l’unica strada per rallentare la corsa del riscaldamento globale”. Eppure, le emissioni di CO₂ continuano a salire: secondo il Global Carbon Budget, nel 2025 la combustione di fonti fossili ha prodotto un aumento dell’1,1% rispetto all’anno precedente.

Danni umani e ambientali: il clima colpisce duro in Asia

Le conseguenze sono evidenti. Solo a fine novembre, una drammatica sequenza di tifoni e piogge monsoniche ha travolto Indonesia, Sri Lanka, Malesia, Thailandia e Vietnam, causando almeno 1.800 vittime. Una tragedia che sottolinea come il riscaldamento degli oceani non sia un fenomeno isolato: al contrario, influenza l’evaporazione, l’umidità dell’aria e, di conseguenza, la frequenza e l’intensità delle precipitazioni. A novembre, le temperature medie oceaniche tra 60° nord e 60° sud hanno superato i 20 gradi: è il quarto valore più alto di sempre, nonostante la progressiva attenuazione del fenomeno El Niño. Al contrario, la Niña – la corrente fredda – si prevede debole o assente.

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Numeri allarmanti anche in Europa e nei poli

Il mese di novembre 2025 si posiziona come il terzo più caldo mai registrato, quasi identico ai mesi di novembre del 2023 e del 2024, con scarti minimi. Un segnale chiaro: i picchi di temperatura si concentrano sempre più nel presente. Rispetto alla media dell’epoca preindustriale (1850-1900), novembre ha segnato +1,54 gradi. Considerando l’intero periodo da gennaio a novembre, l’incremento è di 1,48 gradi. In Europa orientale, Russia, Turchia e nell’Artico, novembre è stato insolitamente mite, mentre il nord Italia, la Scandinavia e il sud della Germania hanno sperimentato temperature più contenute. Nel nostro paese, l’autunno ha portato meno piogge della norma. Intanto, il ghiaccio artico ha raggiunto un’estensione inferiore del 12% rispetto alla media, secondo valore minimo mai osservato. In Antartide, il calo è del 7%, il quarto dato più basso.

Australia in fiamme: l’estate si preannuncia drammatica

Mentre l’emisfero nord chiude un autunno segnato da sbalzi e anomalie, in Australia l’estate si prospetta torrida e minacciosa. Gli incendi stanno già devastando vaste aree del Nuovo Galles del Sud e della Tasmania. In totale, sono andate distrutte quasi 40 abitazioni, e un pompiere ha perso la vita a nord di Sydney. Con oltre 60 roghi attivi e altri fuori controllo, la stagione si annuncia tra le più difficili degli ultimi anni. Un ulteriore segnale che il cambiamento climatico non risparmia nessuna latitudine.