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Campi Flegrei: nuovo studio rivela cambiamenti sismici significativi

Campi Flegrei: nuovo studio rivela cambiamenti sismici significativi
Photo by Sebastian Sonnen – Shutterstock
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Un recente studio condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha messo in luce un preoccupante cambiamento nella distribuzione dei terremoti ai Campi Flegrei. Scopri come le rocce della caldera stanno rispondendo alla pressione crescente e cosa potrebbe significare per il futuro di questa area sismicamente attiva.

Campi Flegrei: nuovo studio rivela cambiamenti sismici significativi
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Nel cuore dei Campi Flegrei, la sismicità ha iniziato ad assumere una nuova configurazione. I terremoti, un tempo diffusi in tutta la caldera, si concentrano ora lungo una faglia centrale, secondo un’indagine pubblicata su Communications Earth & Environment. Questo fenomeno è stato osservato a partire dal 2023 e rappresenta un possibile segnale di incremento del rischio sismico nell’area.

Cambiamenti nella configurazione dei terremoti

Negli ultimi due anni, i Campi Flegrei hanno visto una significativa trasformazione nella distribuzione dei terremoti. La sismicità, precedentemente diffusa, si sta ora concentrando lungo un piano chiaro al centro della caldera, interpretabile come una faglia. Alcuni esperti ritengono che questa possa essere di nuova formazione, mentre altri suggeriscono che si tratti di una riattivazione di una precedente faglia. Quale sia la spiegazione, il risultato è lo stesso: l’intensificarsi del fenomeno del bradisismo tra Pozzuoli e Bagnoli e il possibile aumento del rischio di terremoti di magnitudo superiore.

Questa situazione ha spinto la Protezione Civile a dichiarare la fase 2 di allerta gialla, introducendo un nuovo schema di valutazione del rischio vulcanico per l’area.

Una maggiore comprensione della faglia

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Attraverso l’analisi di dati raccolti con metodi innovativi, gli scienziati hanno potuto osservare che oltre il 50% dei terremoti recenti si è originato lungo il piano della faglia centrale. Questo indica un comportamento di tipo fragile nei confronti della pressione rispetto a un comportamento elastico, suggerendo che le rocce della caldera stanno cominciando a cedere. Ciò potrebbe non solo provocare terremoti più forti, ma anche creare una via preferenziale per la risalita di fluidi magmatici. È quindi essenziale che le attività di monitoraggio si adattino a questi nuovi rischi, per garantire una maggiore sicurezza ai residenti.

Dall’incremento del bradisismo alla microsismicità

Il bradisismo ai Campi Flegrei non è una novità: è in atto dal 2005, con il sollevamento del suolo che ha raggiunto circa 149,5 cm nel Rione Terra di Pozzuoli entro luglio 2025. Questo processo ha acquisito una forma a campana, indicativa dell’aumento asimmetrico della pressione nel terreno. Da allora, la regione ha sperimentato un incremento nella frequenza e nella magnitudo dei terremoti, culminato con un evento sismico di magnitudo 4.6 nel marzo 2025, il più forte registrato dagli anni ’70. Questi eventi sono attribuiti alla pressione dell’acqua meteorica sul terreno, spesso riscaldata dai gas magmatici profondi, che conduce a una microfratturazione delle rocce. Questa situazione unica comporta la necessità di un’attenta e continua sorveglianza per prevenire disastri naturali in una delle aree vulcaniche più complesse al mondo.

Il nuovo studio dell’INGV sottolinea l’importanza di una sorveglianza continua e aggiornata ai Campi Flegrei. Con i terremoti sempre più concentrati lungo una faglia centrale e la potenziale maturazione di una situazione sismica critica, è cruciale che le misure di prevenzione e risposta siano all’altezza delle nuove sfide geologiche.