
Un’ombra avvolge il programma spaziale sovietico. Raffinati racconti narrano di cosmonauti persi nello spazio, di vite spezzate durante rientri disastrosi, e addirittura di missioni mai registrate. È una storia che, sebbene affascini e inquieti, nasconde più mito che verità. Questo argomento torna in auge ogni volta che celebriamo una nuova conquista spaziale, mantenendo vivo un dibattito tanto affascinante quanto controverso.
Un Segreto Affascinante e Innumerevoli Miti
Nel vasto campo delle teorie cospirative, quella dei cosmonauti perduti occupa un posto di riguardo. Questo mito, che ha sedotto l’immaginazione di molti, è stato esplorato in modo approfondito da Luca Boschini, membro del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze. Il lavoro di Boschini, culminato nel libro “Il mistero dei cosmonauti perduti”, offre una lucida analisi di queste leggende. Secondo lui, sebbene inizialmente credibili, oggi possiamo escludere tali storie con certezza. Gli archivi spaziali del periodo sono stati apertamente consultati e non esiste traccia di tali incidenti nascosti. Inoltre, gli ex ingegneri spaziali sovietici, ora liberi di condividere le loro esperienze, non fanno menzione di disastri occulti.
Il Potere del Mistero e l’Alone di Segretezza

Il fascino di queste storie è ulteriormente alimentato dallo spessore di mistero che avvolgeva il programma spaziale sovietico, da sempre caratterizzato da una rigida segretezza. Sin dagli anni Sessanta, esistono voci secondo cui Yuri Gagarin non sarebbe stato il primo umano nello spazio, ma semplicemente il primo a tornare sano e salvo. A tutto ciò, si aggiungono registrazioni di radioamatori che dichiarano di aver captato comunicazioni drammatiche tra il controllo di missioni sovietiche e cosmonauti in pericolo. Questo alone di segretezza, combinato all’ossessione per la privacy del progetto, ha inevitabilmente generato queste leggende. Boschini sottolinea che molte di queste presunte intercettazioni sono frutto di errori interpretativi o collegamenti errati tra comunicazioni frammentarie e spesso criptiche.
Un Bilancio Tra Realtà e Propaganda
Seppur affascinanti, le leggende dei cosmonauti perduti distorcono fatti che, sebbene censurati, non sono mai stati realmente celati. Quattro cosmonauti perdere la vita in missioni ufficiali: Vladimir Komarov nel 1967, e Victor Patzaev, Georgij Dobrovol’skij e Vladislav Volkov nel 1971. Oltre a loro, altri eventi drammatici, come l’esplosione di un razzo al Cosmodromo di Bajkonur nel 1957 che causò circa cento vittime, vennero a lungo nascosti. Questi episodi, svelati solo anni dopo, illustrano come la propaganda sovietica fosse capace di nascondere la verità per mantenere l’immagine di invulnerabilità del loro programma spaziale.
In conclusione, mentre la storia dei cosmonauti scomparsi attira ancora curiosità, i fatti dimostrano che tale fenomeno è più mitologico che storico. Oggi, con i programmi spaziali internazionali, l’ambiente di trasparenza e scambio continuo rende impossibile mantenere simili segreti. Con queste conoscenze, possiamo valutare la conquista russa dello spazio con una nuova prospettiva, riconoscendo sia i trionfi sia le ombre che ne hanno accompagnato il cammino.