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New York finirà sott’acqua? Il rischio si avvicina

New York finirà sott’acqua? Il rischio si avvicina
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Il rischio di vedere finire sott’acqua le metropoli americane è molto serio. Ecco perchè.

New York finirà sott’acqua? Il rischio si avvicina
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L’avanzare lento ma inesorabile del cedimento del suolo sta minacciando milioni di vite nelle principali città degli Stati Uniti. Questo allarme è stato lanciato da uno studio pubblicato su Nature Cities, condotto da un team del Virginia Tech. Le conclusioni sono chiare: l’urbanizzazione selvaggia, l’estrazione eccessiva delle falde acquifere, insieme alla siccità causata dai cambiamenti climatici, stanno causando lo sprofondamento delle megalopoli americane.

Stati Uniti sott’acqua? Il triste scenario

Uno sguardo ravvicinato ai dati satellitari delle 28 città più popolate degli Stati Uniti, che ospitano circa 34 milioni di persone, ha rivelato una tendenza preoccupante. I ricercatori hanno creato delle mappe ad alta risoluzione che descrivono il fenomeno della subsidenza. Si stima che dal 2015 al 2020, almeno il 20% delle aree urbane, sia costiere che interne, hanno subito un cedimento del suolo. In ben 25 metropoli, questa cifra sale al 65%, segnalando un problema diffuso e in crescita.

Ritmi di sprofondamento nelle metropoli americane

New York finirà sott’acqua? Il rischio si avvicina
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Il report mette in luce dati inquietanti: città come New York, Chicago, e Seattle registrano una subsidenza di circa 2 millimetri l’anno. Le città del Texas, tuttavia, mostrano tassi di cedimento circa tre volte superiori, giungendo fino a 10 millimetri annui a Houston. Questi movimenti del suolo variano all’interno delle stesse città. Ad esempio, a New York e Washington D.C., alcune zone affondano più rapidamente rispetto ad altre, evidenziando un pattern irregolare che preoccupa gli esperti.

Conseguenze e vulnerabilità crescenti

Questi fenomeni di subsidenza rappresentano una minaccia concreta per infrastrutture ed edifici, che rischiano di subire danni invisibili fino al punto di rottura. Come spiegano i ricercatori Leonard Ohenhen e Manoochehr Shirzaei, le pressioni accumulate potrebbero compromettere lentamente infrastrutture vitali, portando a gravi conseguenze solo quando i danni divengono irreversibili. Le aree urbane in fase di rapido sviluppo sono particolarmente esposte, incrementando il rischio di catastrofi infrastrutturali.

Le radici del problema

Alla base dello sprofondamento del suolo c’è la crescente domanda di risorse idriche delle città in espansione. L’estrazione intensiva di acque sotterranee è il principale colpevole, responsabile dell’80% della subsidenza. Inoltre, il rimbalzo isostatico post-glaciale, un fenomeno geologico che risale a 20.000 anni fa, e il peso degli edifici moderni, contribuiscono al continuo cedimento dei terreni.

Una chiamata all’azione

Gli autori del rapporto sollecitano interventi tempestivi per contrastare il fenomeno. Tra le soluzioni proposte vi sono una migliore gestione delle risorse idriche sotterranee, pratiche di pianificazione urbana più resilienti e sistemi di monitoraggio geologico a lungo termine. “Non basta dichiarare che esiste un problema,” afferma Ohenhen. “È il momento di agire, mitigare e adattarsi a queste variabili condizioni.” Attraverso un approccio consapevole e strategico, è possibile affrontare le sfide emergenti e proteggere gli spazi urbani dal rischio dell’inabissamento.