Quando si dice che non tutto il male viene per nuocere. Una scoperta scientifica che potrebbe rivelarsi efficace nella lotta ai tumori che arriva da uno dei misteri più incredibili del mondo.

Il celebre fungo associato alla maledizione della tomba di Tutankhamon sta ora emergendo come un potenziale alleato nella battaglia contro il cancro. Questo fungo, che si ritiene abbia causato la morte misteriosa di diversi esploratori, si sta rivelando una risorsa dalle potenti proprietà antitumorali. Grazie a uno studio innovativo pubblicato su Nature Chemical Biology, i ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno scoperto come nuove molecole estratte e modificate da questo fungo possano interrompere la divisione cellulare nella leucemia. L’autrice Sherry Gao osserva: “È l’ironia della natura: un tempo temuto come letale, il fungo potrebbe ora salvare vite umane.”
Alla Scoperta dell’Aspergillus Flavus

Conosciuto scientificamente come Aspergillus flavus, il fungo di Tutankhamon fa parte di un vasto genere che comprende circa 250 specie, diffuso ovunque nel mondo, principalmente nel suolo, nel fieno, nei cereali e nella vegetazione in decomposizione. Le sue spore pericolose, silenti fino a quando vengono disturbate, possono scatenare allergie, asma, infezioni sinusali e gravi complicanze polmonari. Nonostante l’opinione pubblica abbia a lungo associato il fungo alla “maledizione dei faraoni”, la vera causa di morte degli archeologi rimane oggetto di dibattito scientifico.
Una Svolta con i Peptidi RiPP

Il team di ricerca ha focalizzato gli studi sui composti chimici del fungo, appartenenti al gruppo noto come peptidi sintetizzati ribosomialmente e modificati post-traduzionalmente (RiPP). Questi composti, prodotti nel ribosoma, sono essenziali per la sintesi proteica. “La complessità della sintesi di questi composti li dota di straordinarie proprietà bioattive,” afferma Qiuyue Nie, primo autore dello studio. Dall’analisi, i ricercatori hanno individuato quattro RiPP specifici, le asperigimicine, di cui due con potenti effetti nella lotta alla leucemia, capaci di arrestare la proliferazione cellulare. L’aggiunta di molecole lipidiche analoghe a quelle della pappa reale ne ha ulteriormente potenziato l’efficacia. Un’intrigante scoperta è il gene SLC46A3, che permette alle asperigimicine di penetrare nelle cellule tumorali, fungendo da “passaggio” anche per altri potenziali trattamenti basati su peptidi ciclici.
Potenzialità e Futuri Sviluppi nella Lotta alle Leucemie
I risultati preliminari sono promettenti: le asperigimicine colpiscono esclusivamente le cellule leucemiche, risparmiando quelle di altre forme tumorali come seno, fegato e polmoni. Questo livello di selettività potrebbe rivoluzionare il trattamento delle leucemie, riducendo gli effetti collaterali dei farmaci tradizionali. “Nonostante migliaia di RiPP siano state trovate nei batteri, nei funghi risultano rari e difficili da isolare. Ciò indica la possibilità di scoprire molte altre molecole,” spiega Nie. Il passo successivo sarà testare questi composti in modelli animali, con l’ambizione di arrivare a sperimentazioni su esseri umani. “Dopo la penicillina, ecco un altro esempio del potenziale dei funghi in medicina,” conclude Gao, auspicando che i farmaci emergenti da prodotti naturali siano solo la punta di un iceberg ancora da svelare.