Negli Stati Uniti cresce il numero di persone convinte che la Terra sia già stata visitata da forme di vita extraterrestri. Una tendenza alimentata da media, politica e cultura pop, che riflette un cambiamento profondo nella percezione collettiva del fenomeno.

Negli ultimi dieci anni, la convinzione che gli alieni abbiano fatto visita al nostro pianeta è passata da credenza marginale a opinione largamente condivisa. Lo conferma un sondaggio condotto da YouGov nel novembre 2025, secondo cui il 47% degli americani crede che una visita aliena sia già avvenuta, o sia comunque probabile. Nel 2012, solo il 36% la pensava allo stesso modo. Parallelamente, cala drasticamente la percentuale degli indecisi, che si ferma al 16%, mentre lo scetticismo cresce, raggiungendo il 37%, più del doppio rispetto al 17% registrato nello stesso periodo.
Ciò che emerge con forza è una polarizzazione dell’opinione pubblica: sempre meno persone si dichiarano incerte, e sempre di più si schierano in un senso o nell’altro. Ma cosa ha spinto milioni di statunitensi a cambiare idea sul tema degli alieni? I dati raccolti non forniscono risposte definitive, ma il contesto culturale e mediatico offre alcune chiavi di lettura.
Ufo nei cieli, alieni nei palinsesti
Uno dei fattori che ha inciso maggiormente è il cambio di atteggiamento da parte delle istituzioni. A partire dal 2017, con la pubblicazione da parte del New York Times di video del Pentagono su oggetti volanti non identificati (Uap), l’argomento ha guadagnato legittimità. Audizioni parlamentari, indagini ufficiali della NASA e documentari come The Age of Disclosure, incentrati su presunte testimonianze di ex funzionari, hanno spostato il discorso dagli angoli oscuri della cospirazione alla luce dei riflettori pubblici.
Anche il cinema e le serie TV hanno fatto la loro parte. Nel 2025, gli alieni sono apparsi in ogni genere di produzione, da blockbuster come Superman e I Fantastici Quattro: Gli inizi, fino a film per famiglie come Elio e ritorni d’autore come Bugonia. L’attesa per Disclosure Day, il nuovo progetto di Steven Spielberg previsto per il 2026, testimonia quanto il tema sia ormai radicato nell’immaginario collettivo. “La fantascienza gioca un ruolo enorme nel modo in cui pensiamo agli alieni”, ha spiegato Diana Walsh Pasulka, docente di studi religiosi e autrice esperta di queste narrazioni. La sovrapposizione tra fiction e realtà, secondo lei, alimenta un immaginario potente, che sposta il confine di ciò che appare possibile.

Una fede popolare tra podcast e social network
A contribuire all’ampliamento del consenso verso l’ipotesi di visite aliene ci sono anche i media alternativi, podcast e piattaforme online. Jim Harold, voce storica del podcast The Paranormal Podcast, nota come molte persone si sentano finalmente autorizzate a parlare apertamente di ciò che un tempo avrebbero tenuto per sé. “Per noi, che ci crediamo da anni, è come dire: ‘Ve l’avevamo detto’”, ha dichiarato. E aggiunge: “Ci sono cose nei nostri cieli che non sappiamo spiegare”.
La narrazione aliena, ormai sdoganata, si è estesa in modo trasversale: il nuovo sondaggio mostra che il 51% dei democratici, il 49% degli indipendenti e il 42% dei repubblicani ritiene plausibile che la Terra sia stata visitata. Anche figure politiche di spicco, sia progressiste che conservatrici, si sono espresse con interesse sul tema, contribuendo a renderlo meno divisivo e più “mainstream”.
Allo stesso tempo, la viralità dei contenuti online ha favorito la nascita di comunità che si riconoscono in teorie alternative e visioni del mondo non convenzionali. Dai racconti sugli alieni interdimensionali a quelli di creature emerse dagli abissi, il panorama delle credenze si è arricchito, e continua a espandersi grazie a influencer, youtuber e creator digitali.
Dalle credenze individuali a un fenomeno collettivo
Cosa ci dicono davvero questi sondaggi? Secondo Susan Lepselter, antropologa e docente all’Indiana University, “non parlano di esperienze vissute o di contatti diretti, ma di convinzioni”. Tuttavia, osserva, queste credenze non sono solo personali: “Sono fenomeni sociali, costruiti nel dialogo con gli altri. Come un clima culturale che si forma e si diffonde”.
Per molti anni, chi affermava di credere negli alieni veniva liquidato con sufficienza, o associato a un’immagine grottesca. Harold definisce questo meccanismo “kookification”, ovvero la tendenza a ridicolizzare chi abbraccia certe idee. Eppure, oggi qualcosa è cambiato. Anche se non tutti sono disposti a dichiararsi apertamente credenti, sempre più persone ammettono di considerare l’ipotesi plausibile.
Pasulka, dal canto suo, ritiene che la percentuale di americani convinti aumenterà ancora. E anche se Lepselter invita alla cautela, sottolineando che non si intravede un “movimento apocalittico” in arrivo, una cosa è certa: parlare di alieni non è più un tabù. È entrato nel campo del dicibile. E forse, presto, anche in quello del credibile.

