Il particella ad altissima energia potrebbe essere nata da buchi neri o lampi di raggi gamma lontani miliardi di anni luce.

Scaturito dagli abissi dell’universo, un minuscolo messaggero ha raggiunto le profondità marine della Sicilia, destando un’ondata di meraviglia tra gli scienziati. Questo neutrino, che porta con sé segreti celati tra le stelle, ha varcato distanze incommensurabili per incontrare il suo destino sull’antica terra mediterranea.
Un’intrigante incontro dal mare
Dalle oscure immensità dello spazio giunge un neutrino che, dopo un’infaticabile traversata, si è concesso alla curiosità umana nel cuore del mar di Sicilia. Per infiniti anni luce ha perseverato nel suo volo, noncurante delle attrazioni cosmiche che cercavano di distoglierlo. La sua strada sembrava infinita, ma a Capo Passero, a 3.500 metri sotto il livello del mare, il sorprendente neutrino dall’energia più elevata mai osservata è stato intercettato da un sofisticato strumento scientifico.
Le origini sconosciute del neutrino
Gli scienziati, guidati dalla curiosità indomita, si sono dedicati con passione al mistero di questo viaggiatore interstellare. Da dove proviene realmente? Con grande certezza, si ipotizza un’origine ben oltre i confini della nostra stessa galassia. La sua incredibile energia, trenta volte superiore a quella mai misurata prima in neutrini, suggerisce che essa sia stata forgiata in uno degli scenari più violenti dell’universo. “Potrebbe aver assorbito tale potenza durante il banchetto di un buco nero, o nei fulgidi lampi di raggi gamma,” ipotizza Rosa Coniglione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, come riportato nell’ultima pubblicazione su Nature. Simili eventi cataclismatici potrebbero aver plasmato la sua incredibile forza.
Il faretra del viandante
Il neutrino misterioso è giunto sulla nostra Terra il 13 febbraio 2023, segnando il suo ingresso nei pressi di Malta. Simile a un fantasma intangibile, ha avanzato indisturbato attraverso trenta chilometri d’acqua marina e cento di solida roccia, superando barriere come se fossero semplici veli. E così si ritrova sui fondali siciliani: qui, per una fortunata contingenza, un’interazione con una molecola d’acqua ne fa scaturire una scintilla di luce blu, il segno tanto ricercato dagli scienziati.
Questi momenti fugaci e imprevedibili sono il motivo per cui il sofisticato rivelatore KM3NeT è ancorato sul fondo del mare. È disegnato per catturare il tenue e rapido bagliore conosciuto come luce di Cherenkov, dando forma alla transizione di un neutrino in un muone — una particella simile a un elettrone, ma più massiccia.

In cerca di indizi dal passato
Il KM3NeT, con la sua notevole struttura di 230 stringhe disposte in serie ordinate, attende pazientemente la visita di tali particelle da oltre il nostro orizzonte. Inizialmente progettato per monitorare anche fenomeni come le migrazioni di capodogli, questa colossale rete sottomarina ha visto i suoi frutti due anni or sono. Quella scoperta, di un neutrino carico di energia di 220 petaelettronvolt, ha lasciato i fisici meravigliati per la sua intensità, rivelata anche se solo una frazione dell’intero strumento era operativa.
Le indagini hanno condotto a un ventaglio di dozzine di galassie, tutte protagoniste di eventi capaci di imprimere tale energia alla particella errante. Tuttavia, le evidenze restano tenui, avvolgendo la storia del neutrino in un fascino arcano. Un’altra teoria ipotizza che questo enigmatico neutrino possa essere stato generato in seguito all’interazione con un’onda della radiazione cosmica di fondo, residuo primordiale del Big Bang. “Sarebbe la prima osservazione di un neutrino di questo genere,” afferma Coniglione, il che significherebbe che il nostro messaggero cosmico non solo porterebbe il segreto dei movimenti galattici, ma anche quello dei primordi del tempo e dell’universo stesso.